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20-03-2008 Sardegna d'autore e "Padre padrone"

Inviato 15 Marzo 2008 14.23.19 da Amministratore(1841 Letture)

Padre Padrone - Sardegna d'autore

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Secondo di quattro appuntamenti, ideati e presentati da sardi di seconda generazione dell'Associazione Cuncordu, giovedì 20 marzo, alle 21, nella sala convegni di villa Paolotti, a Gattinara 

Il titolo, un accostamento tanto obsoleto nell’Italia del 2000 da apparire quasi antisonante.

Il soggetto, la vita del giovane sardo Gavino Ledda, così lontana dai giorni nostri e proprio per tale motivo, significativa;
Lo è prima di tutto perché emblematica dei cambiamenti, delle svolte che la nostra regione ha affrontato negli anni per giungere a come si presenta oggi e lo è per le nette somiglianze con paesi del terzo mondo, che a volte definiamo incivili.
La mancanza di un linguaggio e di una cultura estranea alla vita pastorale, è al centro della problematica e sarà proprio grazie alla scoperta di questi due elementi (il suono di una fisarmonica ne è la metafora), a costituire il riscatto di Gavino.
Obbligato dal padre a vivere una vita dura e cruda fin da bambino (unico scopo è il sostentamento familiare dato dalla pastorizia; non colpa ma reale necessità di una società che deve ancora essere catapultata nel miracolo economico degli anni ’50), fatta di silenzi e di rinunce, Gavino scoprirà che il suo mondo è troppo stretto per un ragazzo di 20 anni.

L’associazione Cuncordu è orgogliosa di proporvi la visione del film “Padre Padrone”.

Emily Serra

Padre Padrone - Sardegna d'autore 

padre_padrone_locandina_sma_300E’ iniziata venerdì 22 febbraio la rassegna cinematografica “Sardegna d’autore”. Quattro appuntamenti in cui verranno proiettati film che parlano dell’isola, che seguiranno come filo conduttore il tema del banditismo. L’iniziativa, organizzata dall’associazione sarda Cuncordu di Gattinara (Vercelli), ha aperto con un grande classico della cinematografia sarda: “Banditi a Orgosolo”.
Il prossimo appuntamento è per giovedì 20 marzo, alle 21, nella sala convegni di villa Paolotti, a Gattinara, dove sarà proiettato “Padre padrone”. Siamo nella selvaggia Sardegna degli anni '40; Gavino Ledda bambino di 6 anni viene costretto dopo soli due mesi di scuola ad abbandonare l'istruzione per aiutare il padre a governare il gregge a Baddhevrùstana. Gavino cresce nel pieno isolamento dalla civiltà e dai contatti umani. Sarà il reclutamento nell'esercito a 21 anni a permettergli di fuggire da questa oppressione e di staccarsi dal rapporto di pseudo-schiavitù che lo legava al padre.

Padre, padrone, come compare a Gavino Ledda, protagonista del film, durante la lettura del dizionario in cui cerca di conoscere a fondo i rudimenti della lingua italiana, e a cui si appassionerà nonostante i moltissimi anni passati nel pieno analfabetismo e nella servitù verso il proprio padre.
Questo film si basa liberamente sulla storia raccontata dal letterato e glottologo dalla sua infanzia agli studi universitari tanto avversati dal padre. Gavino viene strappato dalla scuola in tenera età dal padre e costretto ad aiutarlo nei lavori di pastorizia. Il povero ragazzo cresce nella costrizione, nel sacrificio oppresso dalla forte personalità del padre che ha una concezione della realtà volta a considerare come nullità qualsiasi persona che non adoperi le proprie braccia per produrre, e ad avere una tendenza possessiva verso tutto ciò che è frutto del proprio lavoro e sacrificio, da qui padre padrone.
Lo sfondo della Sardegna degli anni '40, selvaggia e allo stesso tempo brulla, ben identifica lo stato di smarrimento e oppressione che perseguita Gavino per tutto l'arco della sua gioventù , vissuta lontana dalle gioie e dalla crescita intellettuale che tutti i ragazzi della sua età meritavano di ricevere, e che invece vengono eliminate letteralmente, alimentando in lui e nei suoi compagni, che purtroppo hanno avuto lo stesso destino, paure angosce e atteggiamenti morbosi scatenati ad esempio a causa di accostamento alla sessualità in maniera traumatica e inconsapevole.
Gavino percorre una sorta di cammino catartico, in cui riesce in parte a liberarsi dai grovigli dell'ignoranza che la sua posizione gli ha comportato. Cammino rappresentato dall'accostamento entusiastico e quasi ingenuo verso un vecchio vocabolario prestatogli da un compagno di leva (Nanni Moretti) la cui lettura rappresenta un vero e proprio climax ascendente verso la meta finale, la coscienza di sé e la decisione di non essere più comandato ma di perseguire i propri interessi: gli studi letterari all'università e la profonda ricerca nei meandri della lingua italiana e delle sue sfumature.
La scintilla di questo cammino è ben rappresentato dalla buffa scena di due suonatori di fisarmonica che incuriosiscono Gavino, che fino a quel momento era rimasto sempre inerte e spettatore delle scelte del padre. Gavino è affascinato dalla musica e vuole avvicinarsi ad essa, imparare, verbo che diventerà una costante da quel momento in poi.
Gavino infine apprende anche un elemento fondamentale, come anche lui stesso fa notare allo spettatore: la letteratura nel suo caso, ma più in generale l'accrescimento intellettuale è un'arma molto forte, che nel continente gli avrebbe permesso di godere di grande privilegio rispetto alla massa d'ignoranza.

Giuseppe Orrù 

 


 

gavino_ledda_255GAVINO LEDDA: LA VITA, LE OPERE

Gavino Ledda nasce a Siligo (SS) il 30 dicembre 1938, e fa il pastore fino a 20 anni. Nel 1958 decide di arruolarsi volontario nell'esercito italiano. Nel 1959 diventa sergente esperto in radiotecnica presso la scuola di trasmissioni della Cecchignola, a Roma, e nel 1961, a Pisa, consegue da privatista la licenza media. Nell'aprile 1962 si congeda dall'esercito e consegue, sempre da privatista, la licenza ginnasiale a Ozieri, in Sardegna. Successivamente, è ammesso alla terza liceo classico, e nel 1964 ottiene la maturità. Si iscrive quindi all'Università La Sapienza di Roma e nel 1969 consegue la laurea in Glottologia. Nel 1970 è all'Accademia della Crusca con Giacomo Devoto e nel 1971 è assistente di Filologia romanza e di Linguistica sarda a Cagliari. Nel frattempo, inizia a scrivere "Padre padrone. L'educazione di un pastore", che completa nel 1974: nell'aprile 1975 il libro viene pubblicato da Feltrinelli, e riscuote un notevole successo, tanto da conquistare il Premio Viareggio, da essere tradotto in quaranta lingue e da divenire, nel 1977, un film per la regia dei fratelli Taviani, che vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes. Successivamente, Ledda prosegue l'attività di scrittore, pubblicando nel 1977 Lingua di falce, quindi Aurum tellus nel 1992 e nel 1995 I cimenti dell'agnello, una raccolta di novelle ripubblicata poi nel 2000 con l'aggiunta di nuovi testi. Nel 1998 ha pubblicato, presso Rizzoli, la ristampa di "Padre padrone" con l'inedito "Recanto". Da segnalare, poi, una parentesi cinematografica, nel 1984, con la realizzazione di "Ybris", su soggetto e regia dello stesso Ledda.

 


I FRATELLI TAVIANI

fratelli_taviani_175Nati a San Miniato, in provincia di Pisa: il 20 settembre 1929 Vittorio, l'8 novembre 1931 Paolo. Il primo contatto con il cinema avviene a Pisa, assistendo alla proiezione di "Paisà" di Roberto Rossellini.Nel 1954 realizzano insieme ad Orsini e a Zavattini il loro primo documentario "San Miniato luglio '44": una rievocazione della strage compiuta 10 anni prima dai nazisti nella cattedrale del paese. Trasferitisi a Roma, si dedicano al cinema. Tra il '55 e il '60 realizzano i documentari "Curtatone e Montanara", "Carlo Pisacane", "I pazzi della domenica", "Lavoratori della pietra", "Carvunara", "Alberto Moravia".  Nel 1962 i Taviani girano il loro primo lungometraggio dal sapore politico "Un uomo da bruciare". "I sovversivi" del '67 è invece un film di riflessione sulla società contemporanea ma è con "Sotto il segno dello scorpione" del 69 e poi con "San Michele aveva un gallo" del 71 che i Taviani si  impongono. Nel 74 è la volta di "Allonsanfan", interpretato da Marcello Mastroianni. Nel 77 arriva la Palma d'Oro al Festival di Cannes con "Padre padrone" Con "Il prato", nel 79, sulla crisi delle giovani generazioni e ambientato a San Gimignano, fa il suo ingresso prepotente il mondo e il colore della Toscana, scenario privilegiato del loro cinema. Nell'82 "La notte di San Lorenzo", una storia che rievoca un episodio della seconda guerra mondiale accaduto nella loro San Miniato; un film che resta una delle opere più convincenti degli anni ottanta. Nel 1984 con "Kaos" danno vita ad una splendida lettura delle novelle pirandelliane di ambientazione siciliana e Pirandello ispirerà anche  "Tu ridi" del 99 interpretato da Antonio Albanese e Sabrina Ferilli.  "Good morning Babilonia", dell'87, è una rievocazione di Hollywood di inizio secolo ricostruita a Tirrenia. Nel '90 ispirandosi ad un racconto di Tolstoj realizzano "Il sole anche di notte", un amaro apologo sulla solitudine e lo smarrimento dell'uomo contemporaneo. Nel 93 i Taviani tornano a girare in Toscana con "Fiorile", nel 96 rileggendo Goethe esce "Le affinità elettive" e nel 2001 la loro ultima produzione "Resurrezione" ispirata al romanzo di Tolstoj.

 

Note : evento

Titolo: Padre padrone

Start: March 20, 2008
Duration: Starts at 9:00 PM, with a duration of 2 hours, 0 minutes.