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È stata inaugurata sabato 10 settembre a Gattinara la mostra storica documentaria “Garibaldi dopo Garibaldi - Garibaldi e la Sardegna”, allestita nel seicentesco chiostro della casa parrocchiale.
La rassegna è stata inserita nella 29° edizione della “Festa dell’Uva” - organizzata dalla nuova dinamica Amministrazione comunale – festa alla quale partecipa da dodici anni con la rinomata “taverna” l’Associazione Sarda “Cuncordu” di Gattinara, presiduta dal Presidente dr. Maurizio Sechi.
L’importanza dell’esposizione gattinarese è stata evidenziata dalla presenza dell’avv. Daniele Baglione, Sindaco della Città del vino, dalla dr.ssa Luisa Cerri, Assessore alla Cultura ed alcuni Consiglieri comunali.
Da Vercelli è giunto appositamente il dr. Carlo Riva Vercellotti, Presidente della Provincia.
Tra gli interventi, oltre a quelli delle Autorità e dei Presidenti dei circoli sardi di Biella e di Gattinara, significativa è stata la testimonianza dell'architetto Giuseppe Sitzia di Grignasco, pronipote del capitano Antioco Sitzia (Cagliari 1801 - 1876), comandante del piroscafo di linea “Cagliari” nella “Spedizione di Sapri” tentata da Carlo Pisacane e da un gruppo ristretto di mazziniani (http://it.wikipedia.org/wiki/Spedizione_di_Sapri), di proprietà della Società Rubattino.
Particolarmente interessante anche il contributo del prof. Battista Saiu, presidente del Circolo "Su Nuraghe" di Biella, che ha tessuto in sintesi l'evoluzione dell'opinione della Chiesa su Garibadi.
In continuità con gli ideali risorgimentali, ha fatto gli onori di casa il Parroco Don Franco Givone; 150 anni fa il suo predecessore Don Domenico Tosco (1810 - 1868) accolse Giuseppe Garibaldi in arrivo da Biella dove (anche qui ospite di un altro uomo di chiesa) fu ricevuto da mons. Giovanni Pietro Losana, vescovo di Biella. Nel palazzo vescovile della Città della lana le stanze che diedero alloggio all’Eroe dei due Mondi son dette, ancora oggi, “Reparto Garibaldi”.
Anticipatori entrambi i personaggi di quanto - 100 anni dopo - verrà poi riconosciuto da Papa Paolo VI nel Discorso alle Associazioni di Bersaglieri ed Artiglieri , tenuto lunedì 21 settembre 1970, in occasione della “Presa di Porta Pia”.
Il 20 maggio 1859 i Cacciatori delle Alpi partirono da Biella per Cossato, Gattinara, Romagnano, Borgomanero per raggiungere il Lago Maggiore.
Accomiatatosi con il Vescovo Losana che lo accompagna fino alle porte di Chiavazza, Garibaldi entra a Gattinara la sera del 20 maggio all’imbrunire. Essendosi sparsa la voce del suo passaggio - ci informano le cronache del tempo - molti Gattinaresi gli vanno incontro offrendo vino ai militari.
Pernotta nella casa del parroco Don Domenico Tosco, dopo aver consumato la cena “senza toccare vino”, invece offerto e consumato in abbondanza dalle sue truppe.
Nella notte tra il 20 e il 21 maggio, grazie al contributo degli abitanti di Gattinara e Romagnano, viene costruito un ponte di barche sulla Sesia, sotto la direzione di Alessandro Antongini di Borgosesia (fondatore della Manifattura di Lane di Borgosesia) e del colonnello garibaldino Francesco Simonetta di Intra.
Il 21 maggio le truppe lasciano Gattinara e, attraversando il fiume Sesia sul ponte di barche, proseguono per Romagnano in direzione Arona.
Nel 1882 Garibaldi muore e il Consiglio comunale di Gattinara non resta insensibile alla scomparsa di un personaggio così importante per l’unità d’Italia.
Nella delibera del 2 luglio 1882, su proposta del consigliere Cav. Avv. Francesco Patriarca si stabilisce, per onorare l’Eroe dei due mondi:
- "Che sia posta una lapide nella casa Parrocchiale ove lo stesso ebbe a dimorare nel suo passaggio da questo borgo per recarsi sul campo della guerra nel 1859
- Che si nomini il corso ora denominato Lamarmora corso Garibaldi e che la via Asilo Infantile sia denominata via Lamarmora…”
Da quel momento la via che portò Garibaldi da Biella a Gattinara è diventata "corso Garibaldi".