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La cucina pastorale e contadina sarda, si basa su ingredienti molto semplici ed è molto varia: cambia da regione a regione, non solo nel nome delle pietanze, ma anche negli ingredienti.
La Gallura, (la parte nord-orientale dell'isola, che si estende dal fiume Coghinas a Monte Nieddu a San Teodoro, mantenendo quale limite meridionale il massiccio del Limbara), è la zona degli “stazzi", tipiche aziende contadine, custodi delle tradizione gastronomica gallurese più originali.
Tra i piatti caratteristici dell’antica cucina gallurese, c’è la suppa cuata (cuata perché nascosta da un strato di formaggio profumato) o suppa galluresa (zuppa gallurese), che consiste in pane sardo, casu conzeddu (casizzolu), spezie, pecorino, il tutto ammorbidito con brodo e cucinato al forno.
Questa specialità che deriva dalla cucina povera, fatta con formaggio e pane rappreso tenero, si è conquistata un posto, di tutto diritto, nei menù tipici.
Inoltre, diffusa nel gallurese come nell'entroterra (Logodoro e provincia di Nuoro) “sa berbeche” o “s’alveghe” in cappotto, ossia la pecora bollita con cipolle e patate, servita con pane carasau bagnato nel brodo di cottura.
Infine, “sa sebada” o meglio noto come "sa seada", un dolce molto conosciuto in tutta l'isola. È un disco di pasta sottile che racchiude un ripieno di un particolare formaggio vaccino fresco (leggermente acidulo perché fili quando caldo) aromatizzato al limone, fritto e ricoperto di miele fuso.
Questi sono solo alcuni dei piatti che sarà possibile degustare nel corso della cena di sabato 10 ottobre alle 20:00, presso la Sede dell'Associazione Cuncordu, in corso Vercelli 260 a Gattinara (VC).
La serata è aperta a tutti.
Per i piccoli è stato previsto un menù che comprende una pasta e una bistecca alla milanese con patate.