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I Sardi nel mondo
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24/28-04-2008 Cagliari - commento semiserio

Commento semiserio al soggiorno a Cagliari

Per la Conferenza internazionale sull'emigrazione

Il consuntivo quì di seguito vuole essere una descrizione umoristica delle curiosità verificatesi nel corso della permanenza a Cagliari da parte della nostra delegazione.


 

24 aprile – L’ARRIVO

A spasso per la città

CAGLIARI, Aeroporto di Elmas. Sono finiti i tempi in cui i piloti degli aerei erano degli uomini di mezza età brizzolati, con un fascino misto tra George Clooney e Richard Gere. Mentre i passeggeri sbarcavano dell’Easyjet appena atterrato da Malpensa, a porgere l’arrivederci c’era uno sbarbatello che pareva in età da patente dell’automobile più che da un brevetto di volo. Comunque anche questa volta è andata.
Da Elmas inizia la diaspora dei partecipanti verso i rispettivi alberghi. Io da una parte, Maurizio e Cristina all’altra estremità della città. Ci si da appuntamento in via Roma, in tenuta estiva, perchè un caldo così sta già dando alla testa. Da qui parte il tour a piedi per Cagliari, la porta del Mediterraneo. Visitiamo i bastioni, il duomo, il quartiere Castello, viale Buoncammino, l’anfiteatro romano, mentre in città già stanno impazzando i preparativi per la festa di Sant’Efisio, con la grande processione del primo maggio. Intanto ho già notato due – tre cose che meritano una visita più approfondita.  La serata di Maurizio e Cristina finisce con un giro in centro, insieme ad altri delegati di altri circoli, mentre la mia prosegue in un locale del Poetto insieme a mia cugina...

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25 aprile – SI INIZIA

Cagliari dall’alto

CAGLIARI. E’ chiaro sin dalla prima mattina che questa giornata sarà passata per gran parte in autobus a fare su è giù per la città. Infatti la giornata si apre con la formula di rito: “Registrazione dei signori partecipanti”. Subito dopo si parte per un tour della città: il bus si dirige lungo viale Poetto, dove ad accoglierci c’è qualche sparuto gruppo di fenicotteri rosa che non si cura affatto del nostro passaggio. Seconda tappa: monte Urpinu. Solo da qui si riesce a capire come è fatta Cagliari, una città su tre lati confinante con l’acqua: o il mare, o gli stagni di Molentargius e Santa Gilla, poi le Saline di Stato e il porto Canale.
Di pomeriggio iniziano i lavori: a salutarci c’è anche il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, dritto, fiero, personaggio che o lo si odia o lo si ama; sì è lui, Mister Tiscali. Inizia così un pomeriggio da sprofondare sulle poltroncine di velluto rosso dell’Auditorium del Conservatorio di Cagliari. Chi fuma ha la scusa per alzarsi e trascorrere delle mezz’ore all’esterno dell’aula, mentre io e Maurizio resistiamo. In compenso siamo rimasti in piedi durante tutta la durata del pranzo, al T hotel. Ottimi gli gnocchetti sardi con la salsiccia, oppure il pecorino sardo morbido, con cui è stata preparata anche una crema per farcire dei bignè salati. Tutto buono. Solo che si tratta di un pranzo in piedi: avete mai provato a far mangiare un sardo senza dargli una sedia?

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26 aprile – FULL IMMERSION

Ma a Cagliari c’è pure la regata

CAGLIARI. Oggi non si scappa: la mattina dalle 9 alle 13,30 all’Auditorium per il convegno, pranzo, proseguimento dei lavori al T hotel, suddiviso in gruppi di lavoro. Io, però, avevo un chiodo fisso: andare a vedere la regata che si sta disputando in questi giorni a Cagliari, al Poetto. Subito dopo pranzo prendo l’autobus per raggiungere il villaggio della regata, in via Roma, dove poco dopo rientrano gli equipaggi. La regata è stata organizzata dal proprietario di Oracle, che è arrivato a Cagliari con un veliero che non finisce più. E’ stata un’esperienza positiva perchè per la prima volta mi ha permesso di scoprire il dietro le quinte di una gara in barca a vela. Appena rientrati gli equipaggi devono riassettare la barca: ripiegare le vele, lavare la plancia con acqua dolce, ritirare tutto il materiale e lasciare l’imbarcazione in ordine. Nel frattempo... mangiano. E tanto. Hanno ancora le mani sporche, ma tra una cima e l’altra, allungano la mano verso le loro assistenti (che come requisito devono essere biondissime, giovani, alte e avvenenti). A loro spetta il compito di presentarsi in banchina con sacchi di cibo: arachidi già sgusciati, che i concorrenti mangiano a manciate, tavolette di cioccolato (che in due morsi finiscono), caramelle gommose e panini iperfarciti. Chi fa una regata deve recuperare energie e quindi ha bisogno di ingurgitare nel più breve tempo possibile un’elevata dose di cibo. Non importa se il cioccolato e il panino al prosciutto crudo non si sposano bene, tanto poi seguirà una distribuzione di pasta al sugo di olive. Intanto tutte le attenzioni sono rivolte a Russel Coutts, del team Bmw Oracle, uno dei migliori regatisti al mondo. Lo capisci che è uno che conta perchè ha una delle assistenti più carine e gira con un’addetta stampa che smista il traffico delle interviste delle tv satellitari.
In serata cena di gala al convento di San Giuseppe, alla presenza del presidente Soru. Sul fuoco viaggiano una trentina di maialetti allo spiedo, mentre il forno a legna sforna pane cotto al momento, da accompagnare con prosciutto crudo al coltello. Quando gli autobus ritornano verso gli alberghi è già l’una passata e domani, alle 8,30, si riparte per l’auditorium. Bisogna dormire in fretta, nella speranza che i ravioli di patate e il maialetto non rimanga sullo stomaco.

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27 aprile – FINE DEI LAVORI

C’è attesa per l’intervento di Soru

CAGLIARI. Mentre i docenti universitari stanno parlando dei gruppi di lavoro di ieri, io scrivo. Il presidente Soru è seduto in prima fila e dopo interverrà. Sarà lui a chiudere i lavori, per salutare tutti e mandarli al T hotel per l’ultimo pranzo in piedi del soggiorno cagliaritano (non c’è nulla di più diabolico). Il pomeriggio sarà libero e forse andremo a visitare la Fiera della Sardegna. Questa sera, su Canale 5, ci sarà la diretta da Cagliari dello show live di Amici, che si svolgerà in piazza dei Centomila (davanti alla Basilica di Bonaria), dove a settembre arriverà anche il Santo Padre. Il vincitore della trasmissione di Maria De Filippi è stata vinta da un tizio di Cagliari, un certo Marco Carta, che quando è rientrato in patria, la settimana scorsa, è stato accolto come una star. Personalmente di Amici penso tutto il peggio possibile, ma chi è arrivato da viale Diaz mi ha detto che alle 9 del mattino c’erano già stuoli di ragazzine esultanti, con striscioni, scritte che associano il loro novello artista “alla Nutella”, di cui non si può fare a meno. Una fauna decisamente interessante. Direbbe il presidente Soru: “non ci sono più le donne sarde di una volta”.

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